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Il fiume Garigliano nella storia

   

Tratto terminale del fiume Liri dalla confluenza con il Gari fino alla foce, il Garigliano è la principale via di comunicazione verso l’interno e verso la costa sin dall’epoca pre-romana, tanto che già nell’VIII secolo a.C., in prossimità della foce sorge il santuario emporico della dea Marica, divinità italica delle acque. Alla fine del III secolo a.C. i Romani fondano la colonia di Minturnae nel punto di intersezione del fiume con la via Appia, a difesa dello snodo viario e della costa. La città si sviluppa su entrambe le sponde, connotandosi per la sua valenza economica e commerciale basata sul porto fluviale, i cantieri navali, le saline, la produzione di contenitori da trasporto e di utensili in ferro. Tra il VI e l’VIII sec d.C. le rovine della città, ancora in parte abitate, prendono il nome di Traetto (da traiectus) proprio in riferimento all’attraversamento del fiume.
Nei secoli seguenti il Garigliano diventa una frontiera. Su questa linea di confine si sono combattute battaglie decisive per la storia d’Italia e d’Europa: nel 905 tra Cristiani e Saraceni, nel 1503 tra Aragonesi ed Angioini, nel 1860 tra Sabaudi e Borbonici, nel 1943 tra Alleati e Tedeschi.

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