La delicatezza dei tratti del viso e del panneggio delle vesti e la morbidezza dell’incarnato, scevra di ogni leziosità, esprime una bellezza e regolarità ideali; nonostante ciò non si presenta mai come una figura stereotipata e quindi idealizzata al contrario appare fortemente legata ad un ideale di bellezza semplice, ancestrale quasi contadina. Una semplicità dettata dalla volontà da parte dell’artista di comunicare un messaggio cultuale atto a riscoprire ed a recuperare un messaggio universale intellegibile per tutti, lontano dagli “eccessi” intellettuali delle tele o delle pale d’altare tipiche della Controriforma.
Nell’espressione infatti non vi è nulla di forzato o di studiato ma si può notare una rassicurante dolcezza e serenità ampliata dall’ampiezza delle vesti drappeggiate e da una luce che grazie al chiaroscuro scolpisce plasticamente le forme, attribuendo all’opera e all’artista un marchio di originalità che consentono di allontanare la sua figura da superficiali etichette di semplice copista o di “Raffaello da oratorio”.