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I “Pescispada” di Cefalù e l’affondamento della Bismarck

  

La notte dell’11 Novembre 1941, sei mesi dopo l’affondamento della corazzata tedesca Bismarck e ad un anno esatto in Mediterraneo dalla notte di Taranto (quando fu inflitto dai britannici un colpo micidiale alla flotta italiana), sette aerosiluranti Swordfish (Pescispada) della 830a Squadriglia Aerea della Royal Navy, di stanza a Malta, ebbero l’ordine di attaccare un convoglio italiano diretto a Tripoli, intercettato ad ovest di Pantelleria. Tuttavia, le proibitive condizioni meteo presenti in quel momento sopra il Canale di Sicilia e l’improvviso malfunzionamento del sistema radio di bordo colsero gli equipaggi impreparati che, non riuscendo a localizzare gli obiettivi, finirono per perdere l’orientamento. Dopo diverse ore di volo, ormai in riserva di carburante, la formazione di Pescispada avvistò un tratto di costa a nord della Sicilia, dove sarebbe stato possibile effettuare un ammaraggio forzato: Cefalù. Vi riuscirono due velivoli. Quello del capopattuglia tenente G.M. Osborn, con a bordo il navigatore tenente comandante J.G. Hunt e l’operatore radar sergente M. Parke (località Calura), e quello del pilota sottotenente S. Campbell in coppia col mitragliere J.R. Fallon (Santa Lucia). Il parigrado R.W. Taylor e il suo mitragliere F.L. Robinson riuscirono invece a raggiungere la spiaggia, dove il loro Swordfish finì però per piantarsi con il muso ribaltandosi (Belvedere-Hotel Tourist). Il quarto velivolo fu l’unico a finire tragicamente, esplodendo per cause imprecisate al contatto con il mare; andarono così dispersi il tenente A.F. Wigram e il sottotenente K.D. Griffiths (Settefrati). I rimanenti sette membri dell’equipaggio furono fatti prigionieri e, come ebbe modo di raccontare il mitragliere Fallon al suo rientro nel Regno Unito una volta terminata la guerra, “non fu usata violenza e tutto avvenne in maniera abbastanza civile”. Sempre Fallon dichiarò che “fummo perquisiti e poi scortati lungo la ferrovia per circa un chilometro fino a una piccola centralina telefonica. Lungo il tragitto ci trovammo a passare per delle case con la gente raccolta davanti le porte. Era ovvio che la notizia si era già sparsa velocemente per il paese, avendo sicuramente udito gli spari durante la notte. Mentre passavamo notai alcune donne che piangendo si asciugavano il volto. Dovevano aver pensato che fossi ferito, in quanto il petto sinistro della mia uniforme bagnata era macchiato di rosso e poteva sembrare sangue. Il Sottotenente Campbell ad un certo punto mi disse: ‘Sicuramente gli avieri come noi vengono ammazzati in questo Paese’. In realtà, si sbagliava. Ricordo infatti con grande piacere che fummo trattati bene dai Siciliani, con cortesia e gentilezza”.

Nel 2018, in seguito alle ricerche effettuate negli anni da esperti di storia e da alcuni cittadini Cefaludesi, fu possibile rintracciare le famiglie di Taylor, Campbell e Fallon ed organizzare un incontro commemorativo tra l’Amministrazione della Città e le famiglie stesse in data 13
Ottobre 2019.
Successivamente, nel 2020 vennero contattate altre tre famiglie e tra queste quelle dei due avieri dispersi in mare; in particolar modo, il fratello ancora in vita dell’allora ventunenne Ken Griffiths che, a novantasei anni, accolse la notizia nel Novembre 2020 dichiarando: “Ci
emoziona molto essere venuti a conoscenza dei fatti e il luogo dell’incidente dove ora sappiamo Ken riposa in pace. Essendo che il suo corpo non venne mai recuperato, ci eravamo convinti che si fosse in qualche modo salvato e che, in seguito ad una perdita di memoria, non fosse più stato in grado di ritrovare la strada di casa. Tutti quanti in famiglia speravamo, fino all’ultimo, in un suo ritorno”. Ricerche che si conclusero casualmente nel 2021 con un ulteriore scoperta storica: l’aereo che si inabissò alla Calura, immatricolato V4295, fu lo stesso Pescespada che la notte del 24 Maggio 1941, secondo lo storico Ludovic Kennedy, colpì per primo la Bismarck, considerata il “Gigante del mare” e orgoglio della flotta nazista, la quale poi venne successivamente affondata in pieno Oceano Atlantico il 27 Maggio dello stesso anno. Il giovane sottotenente R.G. Lawson faceva parte delle forze aeree inviate quella notte per il primo attacco aereo contro la nave tedesca. Con una formazione di nove Swordfish dell’825a Squadriglia aerea, decollò a bordo del suo aereo V4295 dalla portaerei HM Victorious per portare a termine la missione. Quando Lawson emerse da uno strato di nuvole, il suo aereo era solo nel cielo e sotto di lui la Bismarck era perfettamente posizionata per lanciare un attacco. La corazzata tedesca, che nel frattempo era stata fortemente impegnata a virare per evitare gli attacchi degli altri Swordfish, consentì a Lawson di avvicinarsi da destra e lanciare il suo siluro in un atto di estrema determinazione. Il suo navigatore, il sottotenente Robinson (lo stesso Robinson che insieme a Taylor finì per atterrare su questa spiaggia dove ore vi trovate a leggere questo racconto!) dichiarò di aver osservato un’enorme colonna d’acqua alzarsi a metà nave del lato
destro della Bismarck confermando che il siluro aveva centrato il bersaglio.
Una ricerca storica che si conclude quindi, con un riconoscimento di Aerei, Piloti e Uomini che ha preso spunto da un rinvenimento ‘archeologico’ in fondo al mare, come il destino che dal Giorno della Rimembranza 1941 unisce due reperti ritrovati, la Bismarck e il “Pescespada” di Cefalù.

La memoria di questo ricordo bellico alimenti la concreta speranza che finalmente vinca la pace e la concordia tra i popoli.