Un’altra delle caratteristiche che avvicinano Francesco all’animo, al sentimento, alla qualità della vita popolare e degli umili che frequenta è anche il suo vivere in maniera che apparentemente per noi appare disagiata e sconcertante. Allora tanto nella Valle Santa quanto nell’Averna, nella Terra Santuario dove sarà, il dormire su rocce all’interno di caverne disagiate, come già aveva fatto anche, prima di lui, San Benedetto.

È un modo non soltanto di auto-ascesi ma è anche un modo di dimostrare che il proprio vivere è improntato alla vicinanza degli umili, degli ultimi della terra. Non sontuosi letti a baldacchino degli aristocratici o dei feudatari di allora ma per letto, per giaciglio, una pietra levigata dalla sofferenza e dall’ascesi. Un modo di dimostrarsi così il primo a vivere in quella povertà evangelica così dirompente e così innovativa, così rivoluzionaria di cui Francesco è portatore.

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